PISA, 3 DIC - ''Siamo pronti al trapianto di fegato con il robot sin da oggi''. Ad affermarlo e' il professor Ugo Boggi, capo dell'equipe chirurgica dell'ospedale Cisanello di Pisa che ha prelevato e trapiantato, primo in Italia e secondo in Europa, un rene con tecnica robotica non invasiva. Boggi ha parlato in occasione della conferenza stampa organizzata oggi per il trapianto renale, effettuato con successo lo scorso novembre con il robot Da Vinci, uno strumento tecnologico di derivazione militare, progettato e costruito negli Stati Uniti in grado di operare a distanza in situazioni belliche. Il rene e' stato prelevato da una donna di 55 anni per essere trapiantato al figlio venticinquenne, dializzato cronico. ''Questa tecnologia apre straordinari scenari - spiega Boggi - perche' si presta a piu' utilizzi e non e' difficile immaginare che si possa in un futuro molto prossimo utilizzare il robot a distanza, per alcuni interventi, con il chirurgo lontano dal paziente anche per chilometri''.(ANSA).

Il chirurgo dietro la consolle e a tre metri di distanza il paziente sul lettino operatorio sovrastato da tre braccia meccaniche. Velocità, precisione, nessun tremito delle mani, nessun rischio. A Pisa il 22 novembre hanno utilizzato per la prima volta in Italia (e seconda in Europa) un robot chirurgico per un trapianto. Il rene di una donna di 55 anni è stato prelevato in appena un´ora dall´équipe diretta da un chirurgo molto giovane e di grandi prospettive, il quarantatreenne Ugo Boggi. C´era lui dietro la consolle. La donatrice è uscita dall´ospedale in tre giorni, con tre piccoli buchi su un fianco, uno da un centimetro e due da 7 millimetri, e una cicatrice di sette centimetri sulla pancia, da dove è stato fatto uscire il rene. «Con la tecnica laparoscopica, che usiamo spessissimo per questo tipo di intervento, ci avremmo messo il triplo di tempo - spiega Boggi - Inoltre in questo caso non avremmo potuto usarla». Il rene prelevato alla donna infatti era in una posizione più bassa del normale e per toglierlo i chirurghi avrebbero dovuto fare un intervento tradizionale, cioè molto invasivo. Il ricevente è il figlio adottivo della donatrice, un ragazzo di 25 anni in dialisi cronica. È rimasto due ore in sala operatoria e dopo una settimana è tornato a casa sua, sempre a Pisa. Le sue condizioni sono buone, la funzione renale è ottima. Nell´azienda ospedaliera pisana da tempo si usa il robot per fare interventi chirurgici ma non si era mai espiantato un organo. «Il nostro obiettivo adesso - dice Boggi - è riuscire a togliere con il robot un pezzo di fegato o di pancreas da viventi sempre perché vengano trapiantati. Tecnologicamente e professionalmente siamo preparati. Per quanto riguarda il primo organo sarei pronto all´intervento già domani. È più complesso dell´espianto del rene ma possiamo farlo viste le nostre capacità».
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