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giovedì, ottobre 30, 2008

Achille (in greco antico Ἀχιλλεύς / Achilleus, in latino Ăchillēs, -is, in illirico Akilehti), soprannominato pié veloce o pié rapido, è un personaggio della mitologia greca, nonché uno dei principali eroi leggendari della guerra di Troia e il protagonista dell'Iliade.
La leggenda di Achille è una delle più ricche della mitologia greca, e una delle più antiche. Oltre ad Omero, altri poeti, e le leggende popolari, s'impadronirono del personaggio, e s'ingegnarono a completare il racconto della sua vita, inventando degli episodi per supplire alle lacune dei poemi omerici. In questo modo si formò poco a poco un ciclo di Achille sovraccarico di incidenti e di leggende spesso divergenti, che ispirò i poeti tragici e i poeti epici di tutta l'antichità, fino all'epoca romana.


uno dei tanti discendenti di Zeus, regnava sulla città di Ftia, in Tessaglia. Egli per ordine di Zeus doveva prendere in sposa la nereide Teti, figlia di Nereo, [1] questo per via di un oracolo pericoloso dove era stato profetizzato che il figlio della dea sarebbe divenuto più forte del padre, quindi sia il dio dei fulmini che Posidone dovettero desistere.


Sono molte le tradizioni classiche sulla morte di Achille, anche se diverse concordano sul fatto che sarebbe stato lo stesso dio Apollo a compierne il destino fatale. Riprendendo il racconto di Virgilio nell'Eneide, Achille dopo aver ucciso il re (anch'egli semidio) degli etiopi Memnone in un feroce duello, si lanciò assieme all'esercito greco alla conquista di Troia. Tuttavia, durante l'inseguimento di un gruppo di fuggitivi nei pressi delle porte Scee, Paride lo vide e, tirata una freccia dalla sua faretra, la scagliò contro il tallone di Achille, unica sua parte mortale. La lotta per il suo cadavere durò un giorno, ma Zeus vi pose fine con un temporale: Teti accompagnata da tutte le dee del mare ne raccolse allora il corpo e lo vegliò per diciassette giorni, onorato da pianti e lamenti di mortali e di immortali. Infine il diciottesimo giorno, ornato come un dio fu posto su una pira e inumato. Un mito descrive Ulisse e Aiace Telamonio intenti a recuperare il suo corpo: per ringraziarla Teti donò al più eroico fra i due la sua armatura.

da wikipedia.org

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